lunedì 7 agosto 2023

Il riarmo del Giappone e la rivincita pop

Articolo pubblicato dalla rivista "Manga Academica".

Cfr. Cristiano Martorella, Il riarmo del Giappone e la rivincita pop, in "Manga Academica", vol. 10, Società Editrice La Torre, Caserta, 2017, pp. 257-268. 

              


Il riarmo del Giappone e la rivincita pop

di Cristiano Martorella 

                                                   

1. Il contesto internazionale e geopolitico


Negli ultimi anni il Giappone ha occupato un posto rilevante sulla stampa internazionale per i temi che riguardano la geopolitica e le questioni militari, con una sorprendente ripresa di interesse per argomenti che si credevano dimenticati nei meandri della storia. La causa di ciò è facilmente rintracciabile nella consistente crescita della spesa militare delle potenze nell'area dell'Estremo Oriente, provocata dalla reazione all'imprevedibile minaccia della Corea del Nord e ai timori per l'aumentata assertività e l'aggressiva politica espansionistica della Repubblica Popolare Cinese. 

Il pericolo rappresentato dalla Corea del Nord è ben noto, e nonostante gli aspetti stravaganti di questo regime dittatoriale, si può affermare che sia una minaccia molto seria, considerando i progressi raggiunti nel produrre armi di distruzione di massa. I primi quattro test nucleari, che si sono svolti il 9 ottobre 2006, il 25 maggio 2009, il 12 febbraio 2013 e il 6 gennaio 2016, hanno mostrato al mondo la capacità del paese nel costruire bombe atomiche. Questo potenziale sta crescendo grazie ai programmi di arricchimento dell'uranio, mediante centrifugazione, e di produzione del plutonio tramite i reattori nucleari in funzione. Gli analisti stimano che la Corea del Nord possegga già almeno una ventina di testate nucleari, ma anche se il numero fosse inferiore, è comunque destinato ad aumentare per effetto dei programmi in corso. Inoltre si deve anche considerare che le valutazioni occidentali si sono spesso rivelate errate per difetto, avendo sempre fornito una stima che sottovalutava la reale capacità nordcoreana. Soprattutto ciò che sta migliorando vistosamente è la produzione missilistica con l'introduzione di nuovi modelli e la conferma dell'efficienza dei precedenti vettori. Si consideri che l'arsenale nordcoreano può già vantare il possesso di missili balistici a medio e lungo raggio, fra cui ricordiamo lo Hwasong-6 con una gittata di 700 km, il Rodong con 1.500 km, il Musudan con 4.000 km, il Taepodong-1 con 2.000 km, il Taepodong-2 con 6.000 km, e infine il Pukguksong-2 che avrebbe un raggio d'azione stimato fra 6.000 e 12.000 km. 

Le ragioni che spingono il regime nordcoreano a questa incredibile corsa agli armamenti sarebbero soprattutto da rintracciare in una ricerca di prestigio, e anche per consolidare l'immagine di potenza che viene diffusa ampiamente dalla propaganda con lo scopo di rafforzare il consenso interno. Tuttavia le tensioni con i paesi vicini sono in costante aumento a causa della pericolosità delle azioni del regime di Pyongyang, Non bisogna dimenticare che i test dei missili balistici vengono effettuati nel Mar del Giappone, in prossimità del territorio giapponese. Un incidente è quindi sempre possibile, così come un qualsiasi atto provocatorio potrebbe avere conseguenze inimmaginabili. 

Ancora più complessa e articolata è la situazione che riguarda la Repubblica Popolare Cinese. Infatti la Cina ha contenziosi territoriali con gran parte dei paesi vicini, e perfino con quelli più lontani come l'Indonesia e la Malesia.  Ciò corrisponde a una precisa politica espansionista che è accompagnata da un'idea di politica estera impegnata a imporre, anche con la forza, l'egemonia cinese. Sul continente la Cina si confronta con l'India, a cui vorrebbe strappare alcuni territori, in particolare l'Arunachal Pradesh al confine col Tibet, ufficialmente rivendicato dalla Cina, ed è inoltre minacciata anche la regione di Ladakh nel Kashmir. Per questi territori si è già combattuta una breve guerra fra India e Cina nel 1962. 

Ma è sul mare che si registrano gli scontri più preoccupanti che coinvolgono numerose nazioni, fra cui anche il Giappone. Brevemente possiamo riepilogare le più importanti di queste dispute. Con la Corea del Sud esiste un contenzioso nei riguardi della scogliera Ieodo che la Cina non riconosce e inserisce nelle acque di propria competenza. Ancora più grave è la situazione con Taiwan, che pur essendo uno stato de facto, non vede riconosciuta la sua indipendenza nonostante possa eleggere democraticamente un proprio parlamento. Formalmente Taiwan è considerata una “provincia ribelle” che potrebbe essere assoggettata anche militarmente. La questione politica di Taiwan è dunque ben lontana dall'essere risolta, e le tensioni rimangono elevate. Ma la zona più vasta rivendicata dalla Repubblica Popolare Cinese è nel Mar Cinese Meridionale, dove esiste una pesante militarizzazione delle isole con la costruzione di avamposti, piste per i bombardieri, installazioni di missili e cannoni antiaerei, e attracchi per le navi da guerra. 

In base a una decisione unilaterale e arbitraria, nel 1947 le Repubblica Nazionalista di Cina segnò su una mappa i presunti confini marittimi nel Mar Cinese Meridionale. Questo documento chiamato “la linea dei nove punti” fu ripreso nel 1949 dalla Repubblica Popolare Cinese. Il problema più grave di questo documento è l'inserimento nel territorio cinese di isole che appartengono palesemente ad altri paesi, commettendo un evidente abuso. In totale la Cina rivendica il 90% circa delle acque del Mar Cinese Meridionale, creando un precedente inusitato per le dispute territoriali. 

I contenziosi territoriali in questa zona si sono così terribilmente moltiplicati a dismisura. Fra quelli più importanti ricordiamo le isole Spratly contese da Filippine, Vietnam, Cina, Malesia, Brunei e Taiwan, le isole Pratas contese da Taiwan e Cina, le isole Paracel contese da Vietnam e Cina, lo Scarborough conteso da Filippine e Cina, e infine le isole Natuna contese da Indonesia e Cina. Una situazione esplosiva che ha registrato il progressivo irrigidimento della Repubblica Popolare Cinese che non ammette alcuna disponibilità a mettere in discussione le sue pretese- La costruzione di basi militari su queste isole ha poi drasticamente peggiorato il quadro già pesantemente deteriorato. 

Non soddisfatta di queste rivendicazioni, la Repubblica Popolare Cinese ha aperto anche un fronte nel Mar  Cinese Orientale, contestando la sovranità delle isole Senkaku amministrate dal Giappone. 

                               

2. Il programma di riarmo giapponese


L'espansionismo della Cina è una realtà incontestabile. La volontà delle autorità politiche cinesi non è nemmeno nascosta, al contrario, si rivendica pubblicamente come diritto imprescindibile l'espansionismo territoriale in atto, in nome della sovranità cinese, e si contesta duramente ogni critica che ne metta in discussione gli interessi egemonici. In questo contesto ogni forma di dialogo e relazione diplomatica viene drasticamente limitata, e diventa praticamente impossibile ogni trattativa che non parta dall'accettazione delle gravose richieste cinesi. Per questi motivi tutti i paesi asiatici minacciati dalla Cina stanno provvedendo a un significativo riarmo, perché la deterrenza è divenuta l'unica risposta efficace in tale contesto. Il Giappone, come altri paesi, è impegnato in questo riarmo, sollevando contemporaneamente anche un dibattito sulla ricerca di un equilibrio accettabile fra le esigenze della sicurezza e i principi pacifisti della carta costituzionale. Al momento attuale sta prevalendo la necessità di garantire la difesa del paese dalle crescenti minacce di aggressioni militari. Ciò è avvenuto anche con modifiche legislative che hanno introdotto il concetto di difesa collettiva (shūdanteki jieiken) con un provvedimento che permette alle forze di autodifesa di intervenire in soccorso degli alleati sotto attacco nemico. Inoltre c'è stato un significativo finanziamento del budget del Ministero della Difesa (Boeishō) che è leggermente cresciuto a partire dal 2013, invertendo un andamento di decrescita durato un decennio. Tuttavia la spesa militare si è comunque mantenuta intorno a 1% circa del prodotto interno lordo, con un aumento annuale intorno al 2% nel recente periodo. Quindi la crescita del riarmo del Giappone non va considerata  quantitativa, bensì qualitativa, basandosi piuttosto su una precisa razionalizzazione delle risorse e dei programmi, con una complessiva riorganizzazione delle forze di autodifesa. 

Vediamo brevemente quali sono le principali novità in questo settore. La Forza di autodifesa terrestre (Rikujō jieitai) sarà ristrutturata e vedrà come novità più importante la formazione di due brigate anfibie, una a Sasebo presso Nagasaki e l''altra a Higashi Chitose in Hokkaidō. Queste brigate anfibie, sviluppate sul modello dei Marines americani, saranno dotate dei velivoli da trasporto convertiplano Bell Boeing V-22 Osprey (dotati di capacità di decollo e atterraggio verticali) e dei veicoli anfibi da sbarco AAV-7. Inoltre saranno create tre divisioni e quattro brigate a elevata mobilità e rapido intervento pronte a reagire immediatamente nelle aree di crisi. Per supplire a tale funzione  avranno i nuovi veicoli Mitsubishi Type 16 Kidōsentōsha (Maneuver Combat Vehicle), un agile blindato simile all'italiano Centauro. La Forza di autodifesa marittima (Kaijō jieitai) avrà un sostanziale potenziamento che porterà all'incremento del numero di unità, in particolare 54 del tipo cacciatorpediniere, di cui 8 saranno lanciamissili antibalistici dotati del sistema Aegis, e 22 sottomarini, fra cui la classe Soryū che è tra le più avanzate al mondo. La Forza di autodifesa aerea (Kōkū jieitai) vedrà l'acquisizione di aerei AWACS, droni Global Hawk, e soprattutto di 42 cacciabombardieri Lockheed Martin F-35A dotati di spiccate caratteristiche per l'attacco. Inoltre proseguirà il programma per lo sviluppo del Mitsubishi X-2, un caccia stealth prodotto dal Giappone che potrebbe essere il futuro caccia intercettore del paese. 

                                             

3. Il Kawaii militarizzato


Questo fervore intorno alle forze di autodifesa ha suscitato una maggiore attenzione e una crescita di interesse per le questioni militari, la difesa e i temi della sicurezza. Se da una parte si sono alzate voci di protesta pe l'apparente riarmo del paese (in realtà inferiore a quanto fatto dai paesi vicini), in tanti hanno compreso l'esigenza di rispondere concretamente alle minacce di un mondo sempre più conflittuale, instabile e violento. Ovviamente ciò ha influenzato in maniera forte il clima culturale, e anche anime e manga. Come vedremo più avanti, queste forme di militarismo hanno un carattere completamente nuovo, e pur elaborando elementi tradizionali, hanno scarso rapporto con il militarismo intriso di ideologia tipico degli anni '30-'40 del secolo scorso e del dopoguerra. Si tratta di fenomeni che spesso rappresentano una parodia del militarismo, ma tuttavia ripercorrono temi che hanno effettivamente un preciso contesto storico che viene potentemente rielaborato. 

Un illuminante esempio di questo genere è rappresentato dalla serie televisiva anime Girls und Panzer (Gāruzu ando Pantsā) del 2012 diretta da Tsutomu Mizushima. In questo anime si narrano le vicende di un gruppo di ragazze , capitanate dalla giovane Miho Nishizumi, impegnate in un campionato scolastico dedicato alla disciplina senshadō (letteralmente “via del carro armato”). Questo sport prevede lo scontro fra squadre dotate di carri armati della Seconda guerra mondiale. La stranezza che associa ragazze fragili ed estremamente graziose ai mezzi militari costituisce il punto di forza dell'anime. Ci sono altri aspetti che confluiscono in questo anime come l'influenza dei videogiochi e il modellismo. Le scene di battaglia sono decisamente ispirate ai tanti videogiochi dedicati alle simulazioni, ma è fondamentale anche l'apporto fornito dal modellismo che crea uno straordinario interesse per i mezzi militari. Bisogna precisare, infatti, che sono state alcune aziende giapponesi, fra cui ricordiamo Bandai, Fujimi, Hasegawa e Tamiya, ad aver contribuito alla storia del modellismo, svolgendo ancora oggi un ruolo importante nel mondo dei model kit. 

Tuttavia ciò che ci interessa di più è l'elemento culturale con l'accostamento del kawaii al mondo militare. Per chiarezza e semplicità chiameremo “kawaii militarizzato” tale tendenza e vedremo come si è  articolata e sviluppata in tempi recenti. Il kawaii è un concetto estetico che permea la società giapponese contemporanea, influenzando le maggiori tendenze della moda, del commercio e dell'arte. L'aggettivo kawaii significa carino, grazioso, con numerose sfaccettature che includono il senso di piccolo, semplice, fragile, innocente e ingenuo, ma anche dolce, infantile e tenero.  Apparentemente la moda del kawaii sembrerebbe inconciliabile con gli aspetti duri e severi del mondo militare. Tuttavia la cultura giapponese non tende a contrapporre considerando incompatibili gli opposti, anzi tende a includerli. Nel caso del kawaii militarizzato assistiamo a una fusione di elementi opposti che creano un incredibile contrasto, ma fornisce anche una attraente stranezza che conquista. Si esibiscono personaggi deboli e fragili dotati di potenti mezzi militari, e ciò lascia estasiati per l'audacia che supera l'impensabile. Ma si afferma anche il potere del kawaii che si impone come forza del bello capace di dominare la tecnica, secondo un principio già noto nella società giapponese, ovvero il wakon yōsai (valori giapponesi e tecnica occidentale). 

Uno splendido esempio di fusione di questi elementi e dispiegamento magnifico del kawaii militarizzato è fornito dalla celebre  vocaloid Miku Hatsune. Il video della canzone Senbozakura (Mille ciliegi) può essere definito, senza temere smentita, il capolavoro del kawaii militarizzato grazie a una sapiente e ricchissima utilizzazione di temi contrapposti e sovrapposti. Cominciando dall'analisi del vestito di Miku Hatsune possiamo ammirare una straordinaria abilità nel riproporre la divisa militare dell'Esercito Imperiale, con un cappello da  ufficiale, abbinata a un kimono viola (murasaki) dalle lunghe maniche (furisode) svolazzanti e con disegni di fiori di ciliegio. La gonna indossata è la tipica minigonna plissettata della divisa scolastica, unita a calze lunghe sopra il ginocchio (nagai kutsushita). Incredibili gli stivali anfibi in stile militare composti con i tradizionali zoccoli geta. Da notare anche i guanti neri che aumentano la severità ed eleganza del vestiario. Questo abito mostra le sovrapposizioni di tre stili precisi: Lo stile militare dell'Esercito Imperiale, lo stile tradizionale giapponese del periodo Edo, e lo stile attuale del Giappone contemporaneo.  Questa estetica viene ripetuta sia nell'ambientazione sia nel testo della canzone. Nella canzone si fa chiaramente riferimento allo stravolgimento dell'impatto della civiltà occidentale accettata dal Giappone, e con sottile ironia si denuncia la situazione di un mondo pronto a dissolversi. Sullo sfondo del paesaggio si vedono pagode, torii, il monte Fuji stilizzato, e una moderna torre a traliccio identificabile come la Tōkyō Tower. Da una parte si indica il nazionalismo, con la bandiera hinomaru sventolata da una bicicletta, come una reazione al rischio di disgregazione, dall'altra parte si esprime la disillusione sulle possibilità di ragazzi e ragazze in guerra. Il pessimismo di Miku Hatsune è cristallino, e descrive il mondo come una festa che in realtà è una gabbia d'acciaio (hagane no ori), lei invita a cantare e danzare, ma soprattutto nel finale è inequivocabile, con l'imperativo ci chiede di sparare furiosamente a raffica (uchimakure). Il finale bellicista di Miku può apparire molto violento, ma ciò che è ancora più provocatorio è la sottile critica all'Articolo 9 della Costituzione sulla rinuncia al diritto di belligeranza, quando dice che il Giappone è una nazione sinceramente contro la guerra (rairai rakuraku hansen kokka). La contraddizione appare evidente per il fatto che il Giappone, contrariamente a quanto affermato, è dotato oggi, come ieri, di potenti forze armate. Questo contrasto risulta ancora più evidente dal contenuto bellico del resto della canzone. Per far svanire ogni tipo di illusione pacifista, Miku ricorre a un verso di estrema leggerezza raccontando mentre pedala la bicicletta che i demoni sono cacciati con un esorcismo dai missili balistici intercontinentali (akuryō taisan ICBM). La verità è che la pace è stata mantenuta durante la Guerra Fredda tramite la deterrenza dell'arsenale nucleare, e l'equilibrio del terrore fra superpotenze. Il Giappone può affermare di essere un paese pacifico, ma il mondo non è assolutamente pacificato, e molte nazioni sono dotate di missili nucleari che potrebbero essere terribilmente impiegati. Quale soluzione suggerisce allora l'imprevedibile Miku a quseta condizione in cui si trova l'umanità? Ebbene, Miku ci indica con veemenza che non vuole suggerire soluzioni, ma denunciare lo stato delle cose, e nel farlo non manca una vena di rassegnazione e fatalismo. Questo è un mondo fluttuante (ukiyo) effimero e passeggero, dove mille ciliegi si dileguano nella notte (senbonzakura yoru ni magire) e nemmeno una voce può raggiungerli (koe mo todokanai). 

La potenza di questa canzone si comprende se si osserva come Senbonzakura sia una straordinaria parodia delle canzoni di guerra del periodo bellico, le quali tentavano di esaltare i valori tradizionali giapponesi, e come sia stato sapientemente riprodotto il clima e l'estetica di quel tempo. In particolare Senbonzakura è l'evidente parodia di Dōki no sakura, non soltanto per la citazione del ciliegio, ma anche per i temi trattati. In Dōki no sakura (I fiori di ciliegio della stessa classe) si esalta il sacrificio dei soldati giapponesi che cadono in battaglia così come i fiori di ciliegio che cadono dagli alberi, Si tratta di un antico simbolismo che paragona il guerriero al fiore di ciliegio per la durata breve, ma piena di splendore, della sua vita. Anche Senbonzakura fa esplicito riferimento al mondo effimero (ukiyo) e alla ricerca di gloria di chi intraprende la carriera militare, tuttavia è assolutamente scettica sul valore di questo sacrificio, tanto da invitare a saltare giù da questo patibolo (dantōdai o tobiorete). Ciononostante i versi finali della canzone invitano a combattere, con lo scopo però di spronare ad affrontare la vita, sebbene sia assurda, crudele e insensata. 

                                                      

4. Il paradigma Kantai Collection


Lo stile del kawaii militarizzato ha conosciuto la sua massima popolarità grazie al successo del videogioco e della serie animata intitolata Kantai Collection. Tuttavia c'è stato un importante precedente che ha definito il genere che unisce belle ragazze e navi da guerra. Si tratta di Arpeggio of Blue Steel, un anime nel quale appare la figura di un avatar umanoide con una propria personalità, una ragazza personificazione di una nave da guerra controllata dalla sua volontà. Kantai Collection riprende questa tipologia ampliando e amplificando l'unificazione fra navi e ragazze, giungendo all'identificazione totale delle unità da combattimento nelle ragazze chiamate kantai musume (ragazze della flotta). L'insolita fusione ha effetti strabilianti con risultati suggestivi nelle scene d'azione dove le ragazze sembrano pattinare sull'acqua del mare. Un aspetto interessante è il trasferimento delle caratteristiche della nave al personaggio umano.

La protagonista Fubuki è un cacciatorpediniere di un nuovo modello che ha gravi problemi di stabilità (come era accaduto nella realtà storica) e si impegnerà duramente per superare questi difetti, e ci riuscirà dopo innumerevoli cadute. Le ragazze hanno un aspetto fisico che rispecchia il dislocamento delle navi, così le corazzate sono prosperose giovani donne, gli incrociatori ragazze adolescenti, e i cacciatorpediniere ragazzine quasi bambine. Le portaerei hanno una elegante tenuta tradizionale da arciere, dotate di arco e faretra, una protezione addominale (dō), e il ponte di volo portato come scudo sull'avambraccio. Abilissime nell'arte del kyūdō (via dell'arco), quando scoccano una freccia  quest'ultima si trasforma in un aereo. La più famosa è Akagi che ha un appetito insaziabile (nella realtà aveva la caratteristica di elevati consumi di combustibile). Ha un aspetto molto femminile con i lunghi capelli neri e le forme prosperose. Fra le navi da battaglia spicca per la sua bellezza la corazzata Kongō dotata di una personalità estroversa. La corazzata Kongō (inizialmente un incrociatore da battaglia poi trasformato) era stata costruita nei cantieri Vickers-Armstrong in Inghilterra,e per questo motivo spesso utilizza espressioni in lingua inglese. Fra i cacciatorpediniere il più stravagante è Shimakaze che è il non plus ultra della Lolita secondo i canoni nipponici graditi agli appassionati del rorikon (Lolita complex). Shimakaze indossa una microgonna inguinale che lascia ampiamente scoperti gli slip a vita alta, ha calze a strisce orizzontali bianche e rosse, una blusa in stile alla marinara, e sulla testa porta due orecchie da coniglietta. L'aspetto minuto e infantile contrasta con il suo vestito provocante, la succinta divisa alla marinara, ma anche con l'audacia e la determinazione del suo carattere. 

La trama è estremamente semplice. Le kantai musume sono impegnate in combattimenti contro una flotta di mostri con sembianze in parte umane, in parte di navi e in parte di creature mostruose degli abissi. Seppure molte battaglie ricordano gli scontri storici realmente avvenuti, per ragioni di politically correct, l'US Navy non appare fra i nemici, ma soprattutto ciò non avviene perché essa non viene più percepita come un avversario. Il presente si sovrappone al passato e ridisegna il quadro semantico delle vicende. Nel dodicesimo e ultimo episodio avviene un ulteriore salto paradigmatico verso la rilettura valoriale del presente e del passato. La missione Operazione MI, ovvero l'attacco alle isole Midway, vede impegnate le portaerei Akagi e Kaga. Durante i giorni precedenti Akagi ha avuto ripetuti incubi in cui vedeva la distruzione sua e della flotta. In effetti ciò sembra avvenire anche nella realtà (così come nella storia), ma all'ultimo istante durante il micidiale bombardamento in picchiata degli aerei nemici interviene Fubuki che con i suoi cannoni li distrugge. Le sorti della battaglia si capovolgono e grazie all'arrivo dei rinforzi la vittoria è assicurata. Si può dire così che attraverso la cultura pop il Giappone abbia ottenuto la sua rivincita.